Primo giorno a Shanghai: dal Bund al Yuyuan Garden
Shanghai è stata una sorpresa. Dopo aver assaporato la “vera” Cina dei piccoli paesi dell’entroterra e aver apprezzato la storia che si respira a Pechino e Xian, arrivare a Shanghai è stato un po’ come tornare bruscamente in Giappone: grattacieli, luci colorate, viali alberati, griffe europee che occupano interi palazzi e strade estremamente pulite.
Shanghai è una Cina diversa, una Cina occidentalizzata e moderna, che sembra voler rinnegare il passato e guardare solo al futuro. Nel nostro hotel, per la prima volta in 15 giorni inoltre, avevamo accesso a Facebook, Instagram e Google (non avevamo il VPN) quindi quegli ultimi giorni li ho vissuti quasi come un “ritorno progressivo e graduale” alla normalità. Ecco, Shanghai è stato un po’ il ponte che ci ha permesso di tornare in Italia senza vivere un vero e proprio shock culturale.
Ovviamente con questo non sto dicendo che non mi è piaciuta. L’ho apprezzata in modo diverso.
TOUR PRIMO GIORNO: COSA FARE E COSA VEDERE
Arrivati a Shanghai, dopo giorni passati a svegliarci all’alba, avevamo deciso di prendercela con calma. Avevamo 3 giorni davanti a noi e fortunatamente non eravamo lontani dalle principali attrazioni. Finalmente potevamo rilassarci! E invece, come volevasi dimostrare, alle 8:30 eravamo già per strada. Avevamo fame.
Accanto al nostro hotel c’era un Family Mart fornitissimo dove potevamo fare colazione. Se c’è una cosa alla quale non rinuncio è il cibo dolce al mattino. No, non ce la faccio a mangiare il salato e soprattutto non riesco a ingerire pietanze sostanziose. Non amo nemmeno l’English Breakfast figuriamoci i noodles di prima mattina. Fortunatamente in Cina, come in Giappone, preparano degli ottimi panini di riso al vapore, i mantou, farciti di qualsiasi cosa (vanno dalle verdure alla carne, dalla crema alla marmellata).
Le mia colazione consisteva in 2 MANTOU, uno alla crema all’ananas – penso fosse ananas – e uno alle fragole più un bibitone di caffè americano (sì, mi piace il caffè americano)

Dopo esserci rifocillati eravamo pronti per scoprire Shanghai!
Era veramente presto quindi oltre al traffico immancabile tutti i negozi e tutte le attività ricettive erano ancora chiuse. Dovevamo aspettare almeno un’oretta prima che la città si svegliasse del tutto quindi la prima cosa è stata andare al Bund. Almeno potevamo rilassarci passeggiando tranquillamente senza il pericolo di essere investiti per l’ennesima volta!
IL BUND
Il Bund è un viale lungo il fiume Huangpu e che fronteggia il quartiere di Pudong. Grazie a una sopraelevata pedonale è possibile passeggiare e ammirare i grattacieli di Pudong in tutta la loro maestosità. Dal lato opposto alla riva del fiume ci sono numerosi edifici coloniali di stile europeo nati verso la fine del XIX secolo quando in quell’area si concentrava l’area finanziaria della città.

All’incrocio con Nanjiig Road si trova la statua di Chen Yi, il primo sindaco della città mentre nell’estremità settentrionale c’è il monumento agli Eroi del Popolo costruito in memoria dei rivoluzionari.
Tra i vari edifici vale la pena segnalare:
- Asia Building: sede di Shell e Asiatic Petroleum Company
- HSBC Building: il più grande istituto bancario d’Asia agli inizi del secolo
- Palazzo della dogana: edificio del 1927, l’orologio e la campana sono uguali al Big Ben
- China Bank of Communications Building: ultimo edificio costruito sul Bund
- Peace Hotel: ha un tetto a forma di piramide verde scuro alto di 19 metri e un ingresso Art Deco
Al Bund non c’è la metropolitana. La fermata più vicina è quella che si trova su Nanjiig Road.
NANJIING ROAD
Dopo aver passeggiato, fotografato gli edifici e lo skyline di Pudong (da tutte le angolazioni) ci siamo spostati su Nanjiig Road. Via commerciale di Shanghai ricorda moltissimo diverse città europee (non so perché ma ad un certo punto mi sembrava di essere a Barcellona). Su questa strada si affacciano negozi, centri commerciali, alberghi e ristoranti di ogni genere.
Solitamente, quando vado in una città straniera mi piace anche fare un giro nei centri commerciali (quando ho tempo e senza però starci delle ore) perché mi piace vedere come vivono le persone e soprattutto cosa comprano.
In Cina la nostra tappa obbligatoria era fermarci negli store MINISO. Ricordano molto il “nostrano” TIGER ma hanno dei prezzi veramente bassi che oscillano tra i 10 e i 100 CNY (da 1 euro a massimo 10 euro). In ogni store abbiamo acquistato almeno un paio di cose: delle maschere per il viso, del balsamo per i capelli (perché il balsamo cinese e quello giapponese rende i miei capelli crespi liscissimi e bellissimi), una BB Cream, una borraccia, una power bank, due grandangoli per cellulare, delle patatine… … e tanto altro. Vi consiglio spudoratamente di comprare in questi store i vostri regali. Sono cose bellissime!


Nanjing Road è divisa in due parti: Nanjing Road est e Nanjing Road ovest. Il punto in cui la strada cambia nome da est a ovest è delimitato da Piazza del Popolo (People’s Square). Visto che ci piace passeggiare eravamo arrivati fino al Fake Market (che si trova al N° 580 di Nanjiig Ovest) anche se, con nostra somma e immensa delusione non abbiamo trovato nient’altro che un palazzo semi-deserto. Avrei voluto curiosare ma purtroppo abbiamo scoperto che tutti i negozianti si erano trasferiti al Fake Market situato sotto la fermata Shanghai Science and Technology (linea 2 – verde) di cui vi parlerò nel post seguente.

YUYUAN GARDEN
Per andare al “Giardino del Mandarino Yu” bisogna prendere la metropolitana 10 (colore lilla) e scendere alla fermata Yu Garden. Da lì, in 5 minuti, si arriva in un quartiere che vuole imitare il fascino del passato (anche se ricostruito). I palazzi, di un bianco candido con travi marroni a vista, sembrano finti e ospitano negozi con qualsiasi tipologia di souvenir. Il posto somiglia a un outlet (di quelli con le casette finte), pieno di gente e di negozianti che cercano in tutti i modi di spingere i turisti nei locali ad acquistare qualsiasi tipologia di cianfrusaglia che altrove costa alla metà. Tuttavia, una volta entrati nel giardino quello che mi ha colpito è la bellezza del posto e il silenzio che vi regnava.
Per un momento mi è sembrato di essere di nuovo in Giappone ❤
Il giardino del Mandarino Yu è un classico giardino cinese dove convivono piante, animali e minerali. L’ingresso costa 30 CNY (4 euro) e una volta all’interno si viene rapiti da una pace fuori dal comune.
Oggi il giardino occupa una superficie di 2 ettari, ed è suddiviso in sei aree. Ci sono circa 30 padiglioni, corridoi, sale, scale, collinette e immense rocce. Al centro un lago crea un’atmosfera suggestiva e ti viene voglia di fermarti per fare una pausa.
Vi consiglio vivamente di visitare questo giardino, preferibilmente non di mattina che dicono sia molto più affollato. Solitamente la visita dura circa un paio di ore (fatta con molta calma).



CONCESSIONE FRANCESE
Eravamo svegli dalle 7 e, nonostante fossimo stremati dal caldo, non ci andava di tornare ancora in albergo. Volevamo visitare ancora Shanghai e avevamo deciso di dirigersi nell’area della Concessione Francese. Siamo tornati alla metropolitana e abbiamo studiato i cambi da fare per arrivare alla fermata Xujiahui (metropolitana 1, 9 e 11).
La Concessione francese, dal XIX secolo a fino a poco prima della Seconda Guerra Mondiale, ospitava gli europei che arrivavano a Shanghai. Oggi è un quartiere molto chic che mi ha ricordato vagamente Ginza. Non c’è molto da vedere, ma è piacevole passeggiare per le stradine e ammirare i palazzi in art deco e le ville in stile coloniale. Sembra di essere in Europa: negozi dal sapore vintage, caffè, ristoranti alla moda e un centro commerciale di lusso sono le principali “attrazioni” dell’area.
Vi suggerisco di andare nel tardo pomeriggio, quando l’area è più tranquilla e anche voi potete rilassarvi dopo una giornata intensa.
Onestamente non mi ha fatto impazzire. Carina sì ma niente di eclatante. Non mi è mai piaciuto andare in un posto e trovare la riproduzione di quello che potrei vedere in Italia (o in Europa). Sono più una persona che adora le tradizioni e, anche se per la prima volta in tutto il viaggio i ristoranti “sembravano” molto più simili ai nostri e lo stesso dicasi del cibo, non sono riuscita a mangiare nulla. Dopo 17 giorni in Cina volevo continuare a mangiare come un “cinese”. cibo da strada, fritto e zozzo.
Perché in quel posto, in fondo, mi stavo rendendo conto che il mio ritorno in Italia era vicino e che, una volta lasciata la Cina, ne avrei sentito subito la nostalgia…
